1. La casa degli oleandri
-Ho mangiato troppo - le disse...
-Bevi questo, ti passerà - gli disse, lasciandolo sul comodino.
-Che cos’è? - le chiese.
-Non volevi un tè? Ti ho fatto una tisana di oleandro. Non ti ho detto che è una pianta che cura persino il cancro? Fin dai tempi dei Babilonesi è usato per far passare i sintomi della sbornia.
-Ma davvero, - disse lui incuriosito, e prese la tazza. Ne assaggiò attentamente due tre sorsi, e poi vuotò la metà della tazza. La posò sul comodino e, ansimando, si coricò di nuovo.
2. L’automobile rossa
. “Ecco, ci siamo”… disse stordito dal ruggito del motore. Salì sullo svincolo verso Corinto. Lì, sull’autostrada, sentì dietro di sé le prime sirene. Sorrise con ironia... “Manco per idea”, disse tra sé.
Non c’era, in effetti, la minima possibilità che lo raggiungessero, con quell’automobile. Pigiò il piede sul pedale, e sentì il variare del rombo del motore a otto cilindri, come se l’automobile cambiasse parere di continuo. Lo scoppiettio della marmitta riecheggiava il battito del suo cuore.
3. L’ispirazione
Il “polipo” era uno scoglio piatto al livello del mare, sul quale andavamo a sbattere i polipi dopo averli pescati. Con quel tempo però il mare l’aveva ricoperto e riappariva solo in parte quando le onde si ritiravano. Una donna sola, con il salvagente arancione, cercava di raggiungere gli scogli lottando contro le onde. Scendemmo più in basso e le gridammo di nuotare non verso gli scogli, ma verso il largo, cosicché la corrente la trascinasse verso una piccola baia a ovest, dove il vento era meno forte. Proprio allora un’onda la travolse e la sbatté sulla roccia piatta, là dove sbattevamo i polipi. L’abbiamo vista schiantarsi sugli scogli come una bambola senza vita. Poi un’onda la risucchiò verso il mare...
4. Il Codice di Epidauro
In una di queste sistemazioni, Semele scoprì per caso un album di fotografie di quando Elettra era giovane. Cadendo a terra, l’album si aprì in una pagina, dove Elettra, quasi completamente nuda, distesa su di un altare, con un serpente avvolto intorno al petto, era attorniata da un gruppo di sacerdoti e sacerdotesse che partecipavano ad una cerimonia guidata da Oreste.
5. La sirena
Le piaceva però molto lo stile di Jimmy, il modo in cui piegava le gambe ed ondeggiava al ritmo di reggae, e ancor di più le piaceva l’aspetto che aveva da quando aveva finito il servizio militare. Si era lasciato crescere i capelli e li aveva raccolti nei “dreadlocks” alla maniera dei “rasta”, cioè in lunghe ciocche grosse che pendevano dalla sua testa come cannelloni. Faceva parte della sua filosofia “rasta”, forse perché voleva assomigliare a Bob Marley o perché andava di moda... ma piuttosto perché Vivì lo voleva così, particolare e moderno. Non come uno yuppie!
6. Il maestro
Ultimamente, i clienti gli chiedevano animali sempre più pericolosi, aggressivi e per questo li aveva portati. Li teneva chiusi a doppia mandata e faceva attenzione a chi venderli. Dal momento che i clienti glieli chiedevano, perché non portarli?. Quanto più pericoloso è l’animale, tanto più gli saliva l’adrenalina, gli dicevano, e al diavolo il resto. E Mimis alzava il prezzo! In quel momento Rulla scese e si fermò sugli scalini. La luce che dalla porta entrava nella cantina buia illuminava per metà il suo viso, mostrandolo duro e cattivo anziché grassottello e grazioso.
-Prima di andartene, voglio che finiamo un lavoro – gli disse freddamente.
-Che lavoro? – chiese Mimis.
7. Un’innocua amicizia
Cercò di abbassarsi per non dare all’occhio, ma in quel momento l’angolo della scala che posava sul balcone scivolò via e il visitatore notturno si ritrovò nel vuoto. Con la mano guantata si tenne stretto alla scala che era rimasta incastrata su un ramo dell’albero, e così si ritrovò appeso davanti alle luci della Cayenne che stava entrando sulla rampa del garage. Tassos vedendo l’ospite inatteso premette il freno, ma quest’ultimo lasciò la presa dalla scala e cadde rotolando sulla rampa in discesa. Tassos allora partì improvvisamente e cercò di colpirlo, spingendolo contro la porta del garage che non si era aperta ancora. L’uomo vestito di nero però, con una mossa felina si sollevò in aria, atterrando sul cofano dell’auto, e Tassos urtò contro la porta del garage. Poggiando sul parabrezza con i suoi stivaletti di gomma, salì sul tetto dell’auto, e da lì saltò a terra, attraversò la strada, montò su una Honda, mise in moto e partì a t